01 Luglio 2025, 10:16

Il Codice tributo 3925 si riferisce agli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D.

Esiste un codice che “assomiglia” molto al 3925, il codice tributo 3930, scopriamo a che cosa si riferiscono e in che cosa differiscono questi codici, per evitare errori.

Codice tributo 3925: cos’è e a cosa si riferisce

Il codice tributo 3925 deve essere utilizzato per versare l’IMU spettante allo Stato sugli immobili produttivi del Gruppo catastale D, che sono:

  • D/1 – Opifici
  • D/2 – Alberghi e pensioni
  • D/3 – Teatri, cinematografi, sale per concerti e spettacoli e simili
  • D/4 – Case di cura ed ospedali (quando per le loro caratteristiche non sono comparabili con le unità tipo di riferimento)
  • D/5 – Istituti di credito, cambio ed assicurazione (quando per le loro caratteristiche non sono comparabili con le unità tipo di riferimento)
  • D/6 – Fabbricati e locali per esercizi sportivi (quando per le loro caratteristiche non sono comparabili con le unità tipo di riferimento)
  • D/7 – Fabbricati costruiti o adattati per speciali esigenze di una attività industriale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni
  • D/8 – Fabbricati costruiti o adattati per speciali esigenze di una attività commerciale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni
  • D/9 – Edifici galleggianti o sospesi, assicurati a punti fissi al suolo: ponti privati soggetti a pedaggio
  • D/10 – Fabbricati per funzioni produttive connesse alle attività agricole

La definizione completa del codice 3925 è “IMU – imposta municipale propria per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D – Stato”.

Poiché l’IMU è un’imposta municipale, cioè comunale, il codice 3925 viene confuso con il codice 3930, che ha una descrizione simile: “IMU – imposta municipale propria per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D – incremento comune

In realtà, per gli immobili classificati in questo gruppo, esiste un’imposta minima riservata allo Stato (0,76%) mentre il Comune può richiedere, attraverso apposita delibera, una maggiorazione sino allo 0,30%.

Fanno eccezione i fabbricati rurali strumentali, classificati nella categoria D/10, per i quali non è prevista quota a favore dello Stato ma solo quota massima a favore del comune fino allo 0,10%.

Vediamo di seguito, a titolo di esempio, lo stralcio della delibera del Comune di Bergamo per l’anno 2025:

Delibera n° 86 del 19/12/2024 emanata dal Consiglio comunale

Fabbricati rurali ad uso strumentale (inclusa la categoria catastale D/10)                         0,00%

Fabbricati appartenenti al gruppo catastale D (esclusa la categoria catastale D/10)        1,06%

In questo esempio emerge che, in questo comune, ad eccezione dei fabbricati rurali strumentali, l’IMU complessiva è pari all’1,06%, di cui 0,76% allo Stato e 0,30% al comune.

Differenze tra codice 3925 e codice 3930

Come abbiamo visto, la differenza tra i due codici consiste nel destinatario dell’imposta:

  • Si usa il codice 3925 per la quota destinata allo Stato.
  • Si usa il codice 3930 per la quota destinata al Comune, se essa è prevista.

Riepilogando, per gli immobili classificati nelle categorie catastali da D/1 a D/9:

  • Si deve usare sempre il codice 3925 per lo 0,76%.
  • Si deve usare il codice 3930 per la maggiorazione comunale, se prevista, entro il limite massimo dello 0,30%.

Tutto questo è previsto dall’art. 1, c. 753, Legge n. 160/2019.

Come e quando utilizzare il codice tributo 3925 e 3930

La determinazione dell’IMU è stabilita dalla Legge e per gli immobili della categoria catastale D il valore imponibile si determina secondo la formula:

Rendita Catastale x 1,05 x 80 per la categoria D/5 (Istituti di credito, cambio ed assicurazione)

Rendita Catastale x 1,05 x 65 per le altre categorie del Gruppo D

Le scadenze per il versamento dell’IMU sono:

  • 16 giugno, per l’acconto del 50%
  • 16 dicembre, per il saldo del restante 50%

Facciamo un esempio.

Ipotizziamo di dover determinare l’IMU di una palestra sita nel comune di Bergamo, codice catastale comune A794, categoria catastale D/6, la cui rendita catastale è pari a 3.000 euro.

Valore ai fini IMU: 3.000 x 1,05 x 65 = 204.750

Aliquota IMU riservata allo Stato: 0,76%

Aliquota IMU riservata al Comune: 0,30%

IMU allo Stato: 204.750 x 0,76% = 1.556,10

IMU al Comune: 204.750 x 0,30% = 614,25

Il versamento dell’acconto sarà pari alla metà di tali importi, che saranno arrotondati all’euro intero; verseremo pertanto:

con codice 3925: 778 euro

con codice 3930: 307 euro

Errori comuni nell’utilizzo del codice tributo 3925

Vediamo ora quali sono gli errori più comuni nei versamenti con questo codice tributo.

  • Utilizzare il codice 3925 per la quota destinata al Comune, anziché il codice 3930.
  • Utilizzare il codice 3930 per la quota destinata allo Stato, anziché il codice 3925.
  • Non indicare il codice catastale del Comune anche quando si versa la quota destinata allo Stato con il codice 3925.
  • Versare l’intero importo dell’IMU senza separare la quota destinata allo Stato da quella destinata al Comune.
  • Utilizzare il codice 3925 per immobili diversi da quelli classificati nelle categorie del Gruppo D (ad esempio uffici, negozi).
  • Non compilare correttamente le colonne “acconto” e/o “saldo”.

Rimane sempre, infine, la possibilità di sanare ritardi attraverso il ravvedimento operoso, in questo caso facciamo attenzione e versiamo sanzioni e interessi con gli stessi codici tributo 3925 e 3930, e non con codici separati.

Esistono codici separati per sanzioni e interessi, come il codice 3924 e 3923, ma vanno usati solo in seguito ad accertamento e non quando saniamo il ritardo spontaneamente.

Condividi sui social:

0 CommentiChiudere commenti

Lascia un commento

L'azienda

© 2025 Wikicasa di Wikicasa S.r.l. | Via Ascanio Sforza 85, 20141, Milano | P.IVA 08820060963

Iscrivit alla nostra newsletter’