
Il Codice tributo 3925 si riferisce agli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D.
Esiste un codice che “assomiglia” molto al 3925, il codice tributo 3930, scopriamo a che cosa si riferiscono e in che cosa differiscono questi codici, per evitare errori.
Codice tributo 3925: cos’è e a cosa si riferisce
Il codice tributo 3925 deve essere utilizzato per versare l’IMU spettante allo Stato sugli immobili produttivi del Gruppo catastale D, che sono:
- D/1 – Opifici
- D/2 – Alberghi e pensioni
- D/3 – Teatri, cinematografi, sale per concerti e spettacoli e simili
- D/4 – Case di cura ed ospedali (quando per le loro caratteristiche non sono comparabili con le unità tipo di riferimento)
- D/5 – Istituti di credito, cambio ed assicurazione (quando per le loro caratteristiche non sono comparabili con le unità tipo di riferimento)
- D/6 – Fabbricati e locali per esercizi sportivi (quando per le loro caratteristiche non sono comparabili con le unità tipo di riferimento)
- D/7 – Fabbricati costruiti o adattati per speciali esigenze di una attività industriale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni
- D/8 – Fabbricati costruiti o adattati per speciali esigenze di una attività commerciale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni
- D/9 – Edifici galleggianti o sospesi, assicurati a punti fissi al suolo: ponti privati soggetti a pedaggio
- D/10 – Fabbricati per funzioni produttive connesse alle attività agricole
La definizione completa del codice 3925 è “IMU – imposta municipale propria per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D – Stato”.
Poiché l’IMU è un’imposta municipale, cioè comunale, il codice 3925 viene confuso con il codice 3930, che ha una descrizione simile: “IMU – imposta municipale propria per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D – incremento comune”
In realtà, per gli immobili classificati in questo gruppo, esiste un’imposta minima riservata allo Stato (0,76%) mentre il Comune può richiedere, attraverso apposita delibera, una maggiorazione sino allo 0,30%.
Fanno eccezione i fabbricati rurali strumentali, classificati nella categoria D/10, per i quali non è prevista quota a favore dello Stato ma solo quota massima a favore del comune fino allo 0,10%.
Vediamo di seguito, a titolo di esempio, lo stralcio della delibera del Comune di Bergamo per l’anno 2025:
Delibera n° 86 del 19/12/2024 emanata dal Consiglio comunale
Fabbricati rurali ad uso strumentale (inclusa la categoria catastale D/10) 0,00%
Fabbricati appartenenti al gruppo catastale D (esclusa la categoria catastale D/10) 1,06%
In questo esempio emerge che, in questo comune, ad eccezione dei fabbricati rurali strumentali, l’IMU complessiva è pari all’1,06%, di cui 0,76% allo Stato e 0,30% al comune.
Differenze tra codice 3925 e codice 3930
Come abbiamo visto, la differenza tra i due codici consiste nel destinatario dell’imposta:
- Si usa il codice 3925 per la quota destinata allo Stato.
- Si usa il codice 3930 per la quota destinata al Comune, se essa è prevista.
Riepilogando, per gli immobili classificati nelle categorie catastali da D/1 a D/9:
- Si deve usare sempre il codice 3925 per lo 0,76%.
- Si deve usare il codice 3930 per la maggiorazione comunale, se prevista, entro il limite massimo dello 0,30%.
Tutto questo è previsto dall’art. 1, c. 753, Legge n. 160/2019.
Come e quando utilizzare il codice tributo 3925 e 3930
La determinazione dell’IMU è stabilita dalla Legge e per gli immobili della categoria catastale D il valore imponibile si determina secondo la formula:
Rendita Catastale x 1,05 x 80 per la categoria D/5 (Istituti di credito, cambio ed assicurazione)
Rendita Catastale x 1,05 x 65 per le altre categorie del Gruppo D
Le scadenze per il versamento dell’IMU sono:
- 16 giugno, per l’acconto del 50%
- 16 dicembre, per il saldo del restante 50%
Facciamo un esempio.
Ipotizziamo di dover determinare l’IMU di una palestra sita nel comune di Bergamo, codice catastale comune A794, categoria catastale D/6, la cui rendita catastale è pari a 3.000 euro.
Valore ai fini IMU: 3.000 x 1,05 x 65 = 204.750
Aliquota IMU riservata allo Stato: 0,76%
Aliquota IMU riservata al Comune: 0,30%
IMU allo Stato: 204.750 x 0,76% = 1.556,10
IMU al Comune: 204.750 x 0,30% = 614,25
Il versamento dell’acconto sarà pari alla metà di tali importi, che saranno arrotondati all’euro intero; verseremo pertanto:
con codice 3925: 778 euro
con codice 3930: 307 euro

Errori comuni nell’utilizzo del codice tributo 3925
Vediamo ora quali sono gli errori più comuni nei versamenti con questo codice tributo.
- Utilizzare il codice 3925 per la quota destinata al Comune, anziché il codice 3930.
- Utilizzare il codice 3930 per la quota destinata allo Stato, anziché il codice 3925.
- Non indicare il codice catastale del Comune anche quando si versa la quota destinata allo Stato con il codice 3925.
- Versare l’intero importo dell’IMU senza separare la quota destinata allo Stato da quella destinata al Comune.
- Utilizzare il codice 3925 per immobili diversi da quelli classificati nelle categorie del Gruppo D (ad esempio uffici, negozi).
- Non compilare correttamente le colonne “acconto” e/o “saldo”.
Rimane sempre, infine, la possibilità di sanare ritardi attraverso il ravvedimento operoso, in questo caso facciamo attenzione e versiamo sanzioni e interessi con gli stessi codici tributo 3925 e 3930, e non con codici separati.
Esistono codici separati per sanzioni e interessi, come il codice 3924 e 3923, ma vanno usati solo in seguito ad accertamento e non quando saniamo il ritardo spontaneamente.

Laureata in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica di Milano, ha maturato oltre 30 anni di esperienza in campo amministrativo e fiscale. Durante la pratica professionale ha insegnato Ragioneria e in seguito ha acquisito oltre dieci anni di esperienza con una delle big four della revisione e consulenza contabile. Nel 2004 ha avviato un suo studio professionale e all’attività di consulenza affianca quella di docente nelle materie fiscali e previdenziali nei corsi di formazione per gli operatori dei CAF.