
È uno dei mezzi più innovativi per migliorare l’efficienza energetica di una casa e per ridurre il nostro impatto ambientale. Tuttavia, il cappotto termico esterno ha anche svantaggi di cui essere consapevoli. Quali sono?
Cappotto termico: svantaggi e quali sono i principali rischi
I primi svantaggi del cappotto termico sono i seguenti. Ci sono i suoi costi: la realizzazione comporta una spesa ingente. Infatti, occorre far rivestire l’intera facciata o almeno buona parte di essa. Poi, bisogna considerare la dinamica assembleare. Chi vive in condominio deve chiedere l’approvazione dell’assemblea condominiale, prima di poter effettuare un intervento simile. La maggioranza necessaria è anche alquanto ampia.
Per evitare che il cappotto termico comporti ulteriori svantaggi che vedremo, ci vuole poi la massima accuratezza nell’esecuzione della posa.
Quando il cappotto termico non conviene: casi e alternative
Ci sono casi in cui non solo il cappotto termico comporta svantaggi, ma addirittura è sconsigliatissimo. Prima di tutto, parliamo del cappotto termico interno: esso è totalmente inadeguato ad abitazioni di piccole dimensioni. Esso influisce direttamente sullo spazio abitativo, riducendolo significativamente. Se vivi in un asfittico appartamento metropolitano, meglio lasciar perdere.
Considerando sempre il cappotto termico interno, un altro notevole inconveniente è il rischio di condensa. Se devi già affrontare problemi strutturali come umidità e muffa, questo proprio non fa per te.
Se parliamo di un cappotto termico esterno, ci sono svantaggi legati al colore delle finiture decorative. Le tinte scure possono finire per compromettere l’intero sistema d’isolamento. Com’è noto, esse assorbono la luce e comportano così un surriscaldamento. Questo eccessivo surriscaldamento della facciata causa un degrado chimico della tinta e (a volte) una riduzione dell’efficienza del sistema. Quindi, se optiamo per un cappotto termico esterno, ricordiamoci di questi svantaggi e scegliamo finiture di colori chiari.
Bisogna poi prestare attenzione ai dettagli tecnici delle aperture finestrate, in quanto sono possibili punti di sfogo delle tensioni. Per questo si consiglia un incontro tecnico con i fornitori, per scegliere le soluzioni migliori.
Problemi comuni del cappotto: muffa, crepe e manutenzione
Parlando del rischio di condensa, abbiamo già introdotto uno degli svantaggi del cappotto termico: il rischio di trattenere l’umidità e favorire la formazione di muffe. Questo avviene soprattutto quando i pannelli non sono accostati perfettamente. In corrispondenza della fuga che si è creata, si accumula continuamente condensa. Proprio lì, quindi, crescono non solo muffe, ma anche alghe. Il danno è sia estetico che funzionale. Ironicamente, il cappotto termico (quando posato adeguatamente) è di solito una soluzione al proliferare della muffa in casa.
Se i pannelli isolanti non sono stabili dimensionalmente, possono deformarsi a causa delle variazioni termiche. A lungo andare, ciò comporta fessurazioni e crepe. Le fessure si possono aprire anche lungo le linee di fuga tra i pannelli, se la posa non è stata eseguita con sufficiente perizia.
Per evitare questi svantaggi del cappotto isolante, la manutenzione è fondamentale. Occorrono ispezioni periodiche: la prima dopo 4-6 mesi dalla posa, la seguente dopo un anno e le successive ad intervalli di 2-3 anni.

Erica Gazzoldi è giornalista pubblicista, insegnante e blogger. Ha conseguito una laurea magistrale all’Università degli studi di Pavia in Filologia, letterature e storia dell’antichità. Si è diplomata in Scienze Umane presso la Scuola Superiore IUSS nella stessa città. Scrive racconti, poesie e romanzi brevi. Ha collaborato con diverse riviste cartacee e online. Grazie a Wikicasa, si è appassionata al mondo immobiliare.